lunedì 15 ottobre 2012

Bianchi Minivelo: perchè a noi no?

Vorrei presentarvi una selezione di city-bike della Bianchi.
Ah, l'originalone!, direte voi.
Calma. Non sottovalutate il fatto che il marchio Bianchi è senza dubbio una potenza industriale a livello mondiale nel settore della bicicletta. L'internazionalizzazione del suo business, preceduta da quella della sua fama, è da tempo conclamata.
Anche il suo amministratore delegato esprime in fondo questa impronta globale.
A più di un appassionato fra quelli che hanno assistito alle celebrazioni per i 70 anni di Felice Gimondi avrà fatto in fondo uno strano effetto sentire l'oriundo Bob Ippolito omaggiare il campione con una spiccata pronuncia da cugino d'America.

E come succede ad ogni grande gruppo presente su mercati di diversi continenti, anche la Bianchi ha differenziato la propria offerta adattandola a quelli che ritiene essere i diversi gusti e le differenti propensioni d'acquisto nelle varie aree geografiche.

Ho iniziato la mia indagine perchè ero curioso di scoprire se il design del nostro primo marchio di biciclette potesse offrirmi qualche sorpresa fuori dallo stivale. Non parlo degli articoli corsa e MTB. Pur nella loro indiscutibile bellezza, non credo ci sia molto da aggiungere e non è di certo questo il blog interessato a recensire o a comparare articoli muscolari di quel tipo.

Ben più intrigante è andare a rovistare nei segmenti delle city-bike e di altri prodotti più trasversali. E' in questo bacino piuttosto ampio che si riscontrano le differenze maggiori tra diverse tradizioni costruttive, ancora oggi non così comunicanti tra di loro.

Su questo fronte, mi spiace ribadirlo, l'Italia non è particolarmente all'avanguardia. Sembra che la proverbiale creatività nostrana abbia trovato una zona d'ombra nello sviluppo di nuove biciclette da città, da viaggio o comunque da "scelta filosofica di mobilità intelligente". Rare le proposte originali, poca la voglia di osare, troppa la ripetitività.

Fiutando le tracce sul web, è stato però molto significativo scoprire come in realtà non sia quella italiana una mancanza di idee stilistiche (e c'era da scommetterci!) ma una pianificazione commerciale che sembra orientare la scelta del consumatore su una gamma di disegni e soluzioni tecniche piuttosto compressa.

Per farla breve, se torniamo a parlare di Bianchi, mentre noi continuiamo a sciropparci le city-bike Spillo in tutti i loro restyling, guardate un po' in Giappone cosa propone la gloriosa fabbrica lombarda:


Questi sono quattro modelli Bianchi Minivelo, urbanissimi e molto vintage. Io li trovo semplicemente magnifici e vi invito a osservarli un po' più da vicino facendo una visitina al sito in salsa nipponica del nostro prestigioso marchio.

Sappiate fin d'ora che non sono gli unici articoli degni di nota. Troverete delle bici pieghevoli dal look aggressivo e anche una demi-course con telaio d'acciaio chiamata Ancora, tanto bella da poter quasi rivaleggiare con una Pashley Clubman Sport.
Quando l'ho vista ho quasi versato una lacrinuccia chiedendomi: "perchè a noi no?"

Lancio a questo punto un duplice appello.
1- Ai lettori chiedo di diffondere la segnalazione dell'esistenza di queste Bianchi in salsa wasabi affinché altri appassionati possano apprezzarle stupendosi dell'esistenza di un inaspettato giacimento di creatività.
2- Alla Bianchi avanzo la proposta che, qualora il raggiungimento di una massa critica decente imponga in futuro nuove scelte aziendali orientate al lancio italiano dei suddetti velocipedi, uno di questi mi venga donato senza indugio, in segno di amichevole gratitudine per la pionieristica attenzione dimostrata.

Uno speranzoso saluto a tutti.




1 commento:

  1. ....che dire, sono pienamente d'accordo con te...stavo cercando una minivelo e mi sono imbattutto in queste bianchi,bellissime e nemmeno carissime sembra, poi scopro che sul sito italiano non c'e' traccia...trovo il link a ciclopico e scopro che le fanno solo per il giappone...come direbbe bersani: "uei ragazzi, ma siamo matti!!!"....ci teniamo le schifezze e le cose migliori le facciamo per gli altri!!!...che deriva!!!

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