
"Proprio come le cantine umide sono ospitali per la muffa, e i parchi acquatici attraggono gente con brutti tatuaggi e capelli à la Mac Gyver (per niente autoironici), il ciclismo è un ambiente fertile per le sottoculture".
Parole sante, mi vien da dire.
Questo è uno dei tanti passaggi che rendono"Bike Snob" una buona lettura. Perchè c'è spiccato spirito d'osservazione in questo libro, oltreché senso critico, giusta distanza rispetto alle mode e un sacco di sagace ironia.
Non mi stupisco che BikeSnobSYC (all'anagrafe Eben Oliver Weiss) negli Stati Uniti sia un blogger conosciutissimo. Certo New York è la quintessenza di tutto ciò che è il vivere comune, a partire dalle sue avanguardie. Però non è scontato saperle osservare e saperne cogliere in pochi tratti l'essenza, a volte significativa, a volte superflua, in diversi casi addirittura comica.
BikeSnobNYC ci concentra sulla bicicletta e sui tanti mondi che attorno ad essa ruotano. Da alcuni anni il suo blog http://bikesnobnyc.blogspot.com racconta la passione di un pedalatore con la mente libera, senza scordarsi di mettere alla berlina gli eccessi e i feticismi legati alle due ruote.
Il libro nato da questa lunga osservazione a puntate, che per fortuna continua sul web come un rullo compressore, è ancora quasi sconosciuto in Italia. Faccio quindi la mia parte per pubblicizzarlo perchè se c'è un popolo che ha il vizio di prendersi troppo sul serio nel momento della pratica sportiva, beh, quello è il nostro.
Ma Bike Snob non è solo l'analisi del ciclismo come sport. C'è la mobilità, l'autoespressione attraverso la propria bicicletta, l'arte del pedalare e sentirsi felici.
Leggetelo. Poi semmai continuiamo il discorso anche in questo più umile e ben meno noto spazio virtuale.
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