Molto ma molto prima che lo scatto fisso travalicasse l'utilizzo che ne fanno i pistard e, per altri fini, i messenger newyorkesi, e divenisse una moda per pazzi squinternati, un film entrò nell'immaginario di qualche decina di ciclo-cinefili tra cui il sottoscritto.
Correva l'anno 1986, Greg LeMond diventava il primo yankee a vincere il Tour de France mentre un italiano, Moreno Argentin, restituiva il favore in Nordamerica conquistando a Colorado Springs un meritato titolo mondiale.
"Quicksilver" in Italia ha avuto qualche limitata fortuna quando era già un home-video. Un giovane Kevin Bacon lasciava il suo posto da agente di borsa e si metteva a pedalare e a consegnare pacchi in giro per la città. L'antagonista della storia era Laurence Fishburne, ben prima che il suo ruolo di Morpheus in Matrix lo trasformasse in una sorta di icona postmoderna.
La storia in fondo non era niente di speciale ma tre-scene-tre sono rimaste fisse nella nostra memoria, e intendo dire quella di noi ventidue che abbiamo rivisto il film fino a consumare il VHS.
La n°1 è quella della corsa scavezzacollo Bacon-Fishburne per le strade affollate e tentacolari della città (ragazzi, che retorica!)...
La n° 2 è quella del loft, con il protagonista + la sua ragazza + la di lui bicicletta impegnati in un intrigante ballo (la cornice molto anni ottanta, comprensiva di scaldamuscoli, segna un punto a favore del film)...
E infine la n° 3, che indico come veramente cult, è quella con tutte le acrobazie freestyle degli allegri ciclisti postini...
Il film più o meno è tutto qua. Tuttavia la pellicola conserva ancora oggi una sua dignità ed è certamente più godibile di tanti pipponi action di quegli anni, diventati vecchi e sgradevoli come i corn flakes dimenticati in fondo all'armadio.
Eh già, di pellicole come Quicksilver non se ne fanno più. Anche perchè insistendo Hollywood rischierebbe il tracollo.
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