Prendi un pentolone e mettici la voglia di primavera e di ciclismo che conta. Buttaci dentro il fascino internazionale del ChiantiShire e della Piazza del Campo di Siena. Aggiungi infine un percorso che per un terzo è fatto si piste sterrate e polverose, roba da farti sognare una fuga solitaria di Gino Bartali.
Rimesta il tutto e otterrai la Strade Bianche - Eroica, il gioiellino messo in piedi dalla Gazzetta dello Sport che a soli cinque anni dalla sua nascita rischia di diventare la più giovane classica del circuito professionistico.
Per qualche purista la kermesse saprà pure di americanata, ma bisogna ammettere che l'evento sta al passo con una passione ciclistica che, non sempre a torto, pretende qualcosa di diverso.
Chissà quindi che la famigerata creatività italiana non non debba fare i conti anche con rappresentazioni sportive come questa, che miscelano innovazione a suggestioni profondamente intinte nella tradizione.
La Strade Bianche non può essere monumentale come la Roubaix, però è una corsa vera. Basta scorrere il breve albo d'oro per accorgersene, notando che l'edizione 2011 non fa eccezione, con un Philippe Gilbert in grado di ricominciare da dove aveva finito (la vittoria al Lombardia dello scorso ottobre) e i nostri Ballan e Cunego a segnalarci che sarebbe loro intenzione tornare a ruggire dopo tanto, anzi troppo silenzio.
Se avete un minuto e mezzo da spendere, la sintesi della corsa ve la racconta GazzettaTV.
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