domenica 17 aprile 2011

Una vita da acrobata

Dovevo avere circa 13 anni quando, infatuato da un filmato di cicloacrobazie visto in tv, decisi di costruire in un campo vicino a casa un trampolino di terra battuta. Una volta collaudato, iniziai subdolamente a offrire ai miei amici la possibilità di entrare a far parte del numero da circo che stavo allestendo. Ne convinsi ben quattro che vennero piazzati in posizione coricata, uno accanto all'altro dopo il trampolino. Dopodiché feci quello che Evel Knievel faceva abitualmente con la sua moto.
Governando l'emozione, presi la giusta rincorsa con la mia bmx blu metallizzata e saltai tutti e quattro gli inermi compagni di gioco. Il numero riuscì piuttosto bene e lo ripetei alcune volte quel pomeriggio.

La mia carriera di funambolo finì tuttavia la sera stessa quando il padre di uno degli apprezzati collaboratori suonò a casa mia. Suo figlio, preso dall'entusiasmo, aveva spifferato tutto. Mi fu spiegato che era meglio per me se non avessi mai più ripetuto la magica esibizione. E pensare che io già progettavo di aggiungere un quinto bambino al mio salto.

A distanza di tanti anni, mi dico: è bastato un breve filmato per spingermi a quel volo temerario. Ma se il mio spirito d'emulazione senza filtri avesse avuto a disposizione YouTube quale sarebbe stata la mia fine?

Per fortuna ho visto cosa è in grado di fare Danny McAskill solo di recente e mi sono salvato la vita.

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