giovedì 2 giugno 2011

Magni e Masi: una storia di talento e amicizia

Ci sono nomi che hanno avuto nel tempo la capacità di riscrivere le regole della bicicletta. Tra questi vi è senza dubbio quello di Faliero Masi, il celebre meccanico e telaista che nel 1949 insediò la propria bottega artigiana nella stessa costruzione del velodromo Vigorelli, a Milano.
Masi fu l'artista a cui si affidarono nomi come Coppi, Anquetil, Merckx, Maspes per farsi "vestire" addosso la loro bicicletta.

Un rapporto particolare lo ebbe con Fiorenzo Magni, che sotto le sue attenzioni tecniche vinse svariate corse e al quale il campione chiese, durante il Giro del 1956, di risolvere un problema non di poco conto. Magni aveva dichiarato da tempo che quella sarebbe stata la sua ultima Corsa Rosa. Un'esperienza che iniziò subito in salita, con un infortunio sulle scale dell'albergo. Con la clavicola fratturata in pochi avrebbero avuto il coraggio di continuare ma la sua voglia di onorare la competizione fino alla fine fu tale che nessuno poté convinverlo a fermarsi.

 Ad aiutarlo nell'impresa fu prima di tutto proprio Faliero Masi. Nella tappa che da Bologna portava alla salita del San Luca il meccanico legò un tubolare al manubrio di Magni. L'altra estremità era destinata alla bocca del ciclista. Trattenendo col morso il segmento di gomma il Leone delle Fiandre riuscì a recuperare la forza che il braccio non poteva fare sulla guida a causa della menomazione.

Magni, che in una seconda successiva caduta si ruppe anche l'omero, non cedette. Superò anche la terribile tappa del Bondone, passata all'epica del ciclismo per le incredibili condizioni atmosferiche in cui si corse, e concluse il Giro d'Italia al secondo posto dietro a Charly Gaul.

Faliero Masi, come detto, collezionò grandi partnership professionali al fianco di ciclisti da leggenda. La sua officina è divenuta essa stessa una leggenda di quelle che hanno reso la capacità costruttiva italiana in fatto di biciclette da corsa la migliore al mondo.
L'atelier è oggi sempre lì, in via Arona, incastonato nel Vigorelli. Continua l'attività da molti anni Alberto Masi, figlio di Faliero e anch'egli artigiano del tutto straordinario.

Questo filmato, scovato dopo qualche ricerca in rete, lo trovo significativo perchè in un certo senso chiude il cerchio di un magico binomio sportivo e umano: quella della famiglia Masi con Fiorenzo Magni.

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