martedì 15 marzo 2011

A Sanremo, a Sanremo!

Un tempo la stagione del ciclismo agonistico cominciava così. La Milano-Sanremo significava fine del letargo.

Oggi che in tutti i campi si bruciano le tappe, nel ciclismo non si fa eccezione e ci sono corridori che a metà marzo arrivano con quindicimila chilometri nelle gambe, dopo aver visitato il Qatar o reduci magari da una puntatina agli antipodi per correre il Tour Down Under.
Ma parliamoci chiaro, la prima corsa che conta veramente rimane quella: la Classicissima.

Noi che a vederla scendiamo dal Piemonte forse l'amiamo perchè ci aiuta a registrare i sensi e ci ricorda che esiste la primavera, dalle nostre parti a quest'epoca ancora restia a sfidare le spigolosità del clima subalpino.
Non sempre però succede e non bisogna scherzarci troppo. In fondo la corsa è nata bagnata, nel 1907. Ce lo ricorda l'aneddoto che vuole Rossignoli, uno dei campioni dell'epoca, fermato dalle parti di Pavia dalla madre, ostinata nel volergli lasciare un ombrello.
Proprio le cattive condizioni del tempo scoraggiarono fin dall'inizio molti degli iscritti tanto che all'Osteria della Conca Fallata, ritrovo di partenza della prima edizione, la mattina di quel 14 aprile si ritrovarono in trentatré, la metà degli atleti attesi.
Fu il francese Petit-Breton ad aggiudicarsi la gara, bruciando sul traguardo di Sanremo il connazionale Garrigou grazie all'aiuto del "Diavolo Rosso" Gerbi, suo compagno di squadra alla Bianchi.

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